Martedì 4 dicembre
#imartedìdellaresistenza – 4/12
CANTAUTORATO À GOGO!
_19.30 aperitivo + cena sociale preparata con ♥ dai nostri chefz!
_21.15 live! Emanuele Colandrea (chitarra e voce)
// opening set by Das-Fuff duo
https://www.facebook.com/events/355415185017323/
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martedì 27 – Masterclass di improvvisazione con Sam Leak
https://www.facebook.com/events/550667388694607/
Cena Sociale + live
Davide Raisi 4et feat. Sam Leak
(Sam Leak pn, Davide Raisi gt, Stefano Dallaporta bs, Andrea Grillini ds)
per info masterclass: 320 846 2272
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NOVEMBRE
Dalle 17:00
Costruzione cartelli per la manifestazione nazionale di NonUnaDiMeno contro la violenza maschile sulle donne
(Roma – 24 novembre ore 14:00, piazza della repubblica)
Dalle 18:30
Stampe Non Una Di Meno con colori ad acqua su tessuti di cotone.
PORTA LA TUA MAGLIETTA O FELPA!
*** Laboratorio di Serigrafia live ***
Ore 19:30
*** Cena sociale a sostegno di Non Una di Meno – Ferrara ***
Letture e materiale informativo sulla mobilitazione del 24 novembre
a seguire
*** Poetry slam! ***
Partecipa alla terza Poetry Slam organizzata al Centro Sociale La Resistenza!
Ci sono poche regole che valgono per tutt*:
– max 3 minuti ogni poesia
– il tema delle poesie può essere libero
– durante la poetry slam non si possono usare elementi scenografici o strumenti musicali
– una giuria di 5 persone tra il pubblico voterà dopo ogni poesia
– prepara almeno 3 poesie, perché 2 ti serviranno per la prima fase ed 1 per le finali!
– fossi in te preparerei anche più di 3 poesie in caso di spareggio!
Per partecipare: lucia.caroppo@gmail.com
oppure arriva alla Resistenza entro le 19
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martedì 13 novembre – CINEFORUM
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MARTEDÌ 30 OTTOBRE TUTT* ALL’ARCI BLACK STAR PER CAMBIAVENTO
https://www.facebook.com/events/245318519670382/
A sostegno dellla campagna CambiaVento arriva a Ferrara la musica di Sandro Joyeux, uno degli artisti più impegnati nella lotta contro le discriminazioni razziali. Programma della serata:
Ore 19:30 – Cena benefit ai sapori d’autunno
Ore 20:00 – Laboratorio Sociale di Afrobeat
Laboratorio gratuito aperto a musicisti e non
https://www.facebook.com/laboratoriosocialeafrobeat/
Ore 22:00 – Live Sandro Joyeux per CambiaVento
Breve biografia di Sandro Joyeux in italiano ed inglese
Alexandre Joyeux Paganini nasce a Parigi nel 1978, mamma francese e papà italiano. Fin dall’infanzia sviluppa un legame viscerale con la musica. A nove anni entra nel Coro della Radio Nazionale Francese e attraversa la Francia cantando dai gregoriani alla contemporanea. Studia solfeggio e trombone al Conservatorio del IX distretto di Parigi. A sedici anni, trascinato dalla vita di strada, abbandona la scuola e inizia a suonare la chitarra. Diviso tra l’Italia e la Francia è sempre in viaggio, in autostop, in vespa o nascosto nei treni. Conosce a memoria tutte le stazioni di servizio e può contare su una rete di camionisti che non lo lasciano mai a piedi.
Nel ‘98 entra nei King’s Roots, band reggae con cui suona nei locali di Parigi e dintorni. Dopo tre anni la band si scioglie e Sandro si rimette in viaggio. Il Marocco lo segna profondamente: assiste a “trance Gnawa”, impara le prime parole in arabo ma la grande scoperta è l’Africa nera che irrompe con Boubacar Traore. Trovare gli spartiti è impossibile, così Sandro studia ad orecchio il repertorio del cantautore maliano e inizia ad appassionarsi alla musica del West Africa, a familiarizzare con i dialetti africani. Nel 2004 si trasferisce a Lille e fonda i 100Dromadaires, band dalle influenze reggae e afro con cui apre i concerti di Omar Sosa e di Seun Kuti & Egypt 80.
Alla fine del 2009 arriva a Roma, dove in poco tempo diventa un piccolo caso, i concerti arrivano uno dopo l’altro. È ospite di Adriano Bono al festival Roma Incontra il Mondo, suona come spalla agli Steel Pulse al Gusto Dopa al Sole, apre il concerto di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti alla finalissima nazionale di Martelive. La sua musica coinvolge musicisti come: Baba Sissoko, Daniele Sepe, Emanuele Brignola, Awa Ly, Pape Kanoute, Madya Diebate, Piero Monterisi, Adriano Bono, Roberto Angelini, Ilaria Graziano, che lo accompagnano spesso dal vivo. Inizia la sua collaborazione con l’etichetta Mr Few.
Nel 2011 partecipa come attore musicista,/interpretando se stesso, nel film Cosimo e Nicole, con il brano “Sur Les rives”, (inserito nella colonna sonora del film prodotta da Sugar Music). È l’anno dell’Antischiavitour, il suo viaggio musicale in giro per le campagne d’Italia a sostegno dei migranti: dalla baraccopoli del Gran Ghetto di Foggia al campo di Rosarno fino a Saluzzo, in provincia di Cuneo.
Nell’Ottobre del 2012 termina la lavorazione del suo primo disco – Sandro Joyeux – prodotto dalla Mr.Few. Il disco, registrato tra Napoli, Lille e Roma, è un omaggio all’Africa. Partecipano al disco 13 musicisti provenienti da cinque diversi paesi: tra questi Daniele Sepe, Madya Diebaté alla kora, Moussa Traore alle percussioni e la voce di Ilaria Graziano.
A dicembre è voce e chitarra nella band di Toni Esposito per le sei serate napoletane del tour di Pino Daniele -Tutta n’ata storia – esperienza che ripeterà anche il Natale successivo.
Colpito dal suo “timbro vocale, dal suo percorso artistico alternativo, e la sua sensibilità” Eugenio Bennato lo vuole come voce solista insieme a Pietra Montecorvino e alla soprano egiziana Fatma Said per la sua opera “L’amore Muove la Luna”, in scena al Teatro San Carlo di Napoli nel Febbraio 2013. Nel 2014 partecipa al festival Suona Francese, incide il brano “Nun me piace” nel disco “Esagerata” di Pietra Montecorvino. In Estate suona ai Festival Musicastrada, Ariano Folk Fest e Forum Universale delle Culture a Napoli. Al momento lavora al nuovo disco, un Ep tematico che sarà anticipato dall’uscita del singolo “Elmando” prevista per il 24 Marzo 2015.
English
Alexandre Joyeux Paganini was born in Paris in 1978, from a French mother and a Italian father. During his childhood a hearing problem obligates him to various operations but, despite this inconvenience, he develops a visceral bond with music. When he is 7-years-old, he is a “scugnizzo” (street urchin) free to wander alone in Paris till the dead of night, in fact he knows by heart the Metro map and all the libraries where he can listen to music without paying. When he is 10-years-old he joins the French National Radio Choir and travels through France singing from Gregorian chants to contemporary music, in Russian, German, Latin, and Italian. He enrolls at the conservatory of the Paris IX Arrondissement to study solfeggio and trombone, but when he learns the first chords he falls in love with guitar. When he is 16-years-old, attracted by street life, he drops out of school.
On the day of his eighteenth birthday, he leaves for Firenze with just one purpose in mind: meet up with his father for the first time. He stays there for some months, working as manual laborer or pony express, and learns Italian. He is always travelling between Italy and France, from Firenze to Paris and vice-versa by hitchhiking, Vespa or train (without tickets). He knows by heart all service stations, and he can relies on various truckers who always give him a lift.
In 1998 he joins the King’s Roots, a reggae band with which he plays in the clubs of Paris and surroundings. After three years the band splits up and Sandro begins to travel again. Morocco leaves a deep mark on him: he attends “Gnawa trance”, meets Moroccan spiders and musicians, starts to learn Arabic. Then, the great discovery: black Africa bursts into his life with Boubacar Traore. Finding his scores is impossible, so Sandro studies by ear the repertoire of the Malian songwriter and begins to getting into West Africa music: Salif Keita, Oumou Sangare, Youssou N’dour, Amadou e Mariam. Then, he comes back to Paris and starts to hang out at African quarters. Sandro makes ends meet singing in the streets of various European cities, his repertoire ranges from Bob Marley to French singers like Gainsbourg, Nougaro, Brassens. In these busker years, Sandro improves his percussive guitar technique and he also learns how to confront himself with every kind of audience. He also plays in prisons, migrant centers, and psychiatric hospitals.
In 2004 Sandro moves to Lille, that year European Capital of Culture. There, he founds the 100Dromadaires, an afro-reggae band. But Sandro wants to see Mali, and so he goes there in 2005. For the first time, he has the opportunity to study together with his masters: he learns the Mandingue style, plays at local festivals (Sumu), records a song with some Bamako musicians, learns dialects: Bambara, Wolof, Malinke. The most beautiful memory of this travel is when he goes to visit Boubacar Traore, his idol. «Boubacar receives me in his courtyard and offers me some tea. Kar Kar music changed my life and now I’m there singing his songs for him and his family. Inebriated by his laughs and lulled by his hospitality, I enjoy this so awaited moment».
After his African travel, Sandro plays more than 300 concerts in France. In 2009, 100Dromadaires open the concerts of Omar Sosa and Seun Kuti & Egypt 80. In the summer of the same year, Sandro comes back to Italy. In Puglia he meets the young scriptwriter Giuliano Miniati who, affected by his talent, invites him to Roma. In the capital, Sandro shortly becomes a little case: he plays several concerts and his story intrigues Fabio Luongo, director of documentaries and videoclips who works with famous national artists. Luongo starts to shoot a documentary about Sandro Joyeux.
Sandro is hosted by Adriano Bono at the “Roma Incontra il Mondo” festival (Rome Meets The World), opens the Steel Pulse concert at “Gusto Dopa al Sole” (Taste Dope Into The Sun), and the Petra Magoni & Ferruccio Spinetti concert at MarteLive. His music involves musicians who often play live with him: Baba Sissoko, Daniele Sepe, Awa Ly, Pape Kanoute, Madya Diebate.
When he meets the Neapolitan producer Mauro Romano, he starts to think to record his first album. It’s the 2011. Sandro also participates as actor/musician in the movie Cosimo e Nicole, with his song Sur les rives (present in the movie soundtrack, produced by Sugar Music, along with Marlene Kuntz, Afterhours, Verdena, and Bud Spencer Explosion).
Travelling through Italy, Sandro discovers another Africa: the one of the day laborers. So the Antischiavitour (Anti-Slavery Tour) is born, his journey through Italian countryside to support migrants: from the Foggia Big Ghetto shantytown to Rosarno until Saluzzo (Cuneo province).
In the October of 2012, Sandro finishes his first album “Sandro Joyeux”, produced by the young label Mr. Few of Giuliano Miniati and Mauro Romano. The album, recorded between Napoli, Lille and Roma, is a homage to Africa. Thirteen musicians coming from five different countries played in this album, including Daniele Sepe (sax), Madya Diebaté (kora), Moussa Traore (percussions), and Ilaria Graziano (voice).
On 21st of December Sandro presents for the first time the album at Angelo Mai Occupato in Roma, just in time before receiving an unexpected and surprising call: Tony Esposito invites him as singer/guitarist of his band for the six Neapolitan concerts of the Pino Daniele tour Tutta n’ata storia (A totally different story), with other guest such as James Senese, Enzo Gragnaniello, Tullio De Piscopo and Raiz.
Affected by his «vocal timbre, alternative artistic path, and sensitivity», Eugenio Bennato wants him as soloist together with Pietra Montecorvino and the young Egyptian soprano Fatma Said for his opera “L’amore muove la luna” (Love moves the moon) performed at Teatro San Carlo of Napoli in the February of 2012.
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“Spremi gli agrumi e non i braccianti”
L’esperienza SOS Rosarno tra economia solidale e mutualismo
ore 18 Incontro con Giuseppe Pugliese – SOS Rosarno
a seguire cena sociale
Centro Sociale – via della Resistenza, 34 – Ferrara
SOS ROSARNO è un’associazione che riunisce piccoli contadini, pastori e produttori agrocaseari, braccianti immigrati, disoccupati e attivisti, oltre che piccoli artigiani e operatori di turismo responsabile, insieme per dare forma a un’economia locale solidale integrata, con al centro la terra e come orizzonte lo sviluppo locale sostenibile.
La principale attività è l’organizzazione di una produzione agrumicola e olivicola secondo criteriagricoltura biologica e con la garanzia di regolare assunzione dei lavoratori. L’associazione non svolge mediazione commerciale, ma solo attività di coordinamento e promozione, soprattutto presso i Gruppi d’Acquisto Solidali e le Botteghe EquoSolidali di tutta Italia, garantendo che i produttori aderenti rispettino tutti i principi del progetto e mettendo in contatto diretto i gruppi d’acquisto con i produttori.
Attraverso la vendita dei prodotti a un prezzo equo – che vuol dire superiore a quelli di mercato imposti dalla Grande Distribuzione Organizzata – si garantisce una equa retribuzione ai lavoratori
e una giusta remunerazione ai produttori, creando un piccolo esempio vivente di una possibile alternativa economica improntata a criteri di sostenibilità, equità e convivialità.
Come nasce SOS Rosarno:
Il progetto nasce nel gennaio 2011, a un anno esatto dalla rivolta di Rosarno, su iniziativa di alcune associazioni locali attive nella solidarietà con i braccianti stagionali immigrati, soprattutto africani.
La piana di Gioia Tauro è interessata da almeno 20 anni da un imponente flusso di lavoratori stagionali dell’est Europa e dell’Africa, nord e sub-sahariana, che si fermano in loco per il periodo della raccolta delle olive e degli agrumi, produzioni dominanti ell’economia agricola locale. Un fenomeno questo molto diffuso in tante aree ad economia agricola intensiva del mediterraneo e che sempre s’accompagna con fenomeni di grande concentrazione in ghetti, si tratti di campi d’accoglienza o vere e proprie baraccopoli autocostruite o ancora agglomerati più piccoli presso i casolari diroccati delle campagne. La condizione generale che accomuna i braccianti immigrati, in queste situazioni è l’estrema precarietà, dovuta a rapporti di lavoro informali, in cui il nero e il cottimo sono la norma, a volte con contratti paravento che non vengono mai applicati. Le retribuzioni sono bassissime, il lavoro discontinuo, in un contesto di grande ridondanza dell’offerta di lavoro, che lascia ancora persistere e anzi diffondersi e radicarsi di fenomeni come il caporalato o la vendita delle braccia in strada. Le condizioni di vita sono inumane e degradanti: senza luce e senza acqua, senza servizi igienici, gli stagionali ammassano i siti di dimora dai quali, a piedi o in bicicletta – o nei furgoni dei caporali – raggiungono tutti i giorni il luogo di lavoro. La precarietà legale, dovuta alle politiche migratorie dell’Europa e in Italia alla Legge Bossi-Fini, li lascia nel ricatto costante dell’irregolarità, quindi pressoché impossibilitati a far valere i propri diritti economici ed umani. Ai fenomeni di segregazione istituzionale o spontanea si accompagnano fisiologiche dinamiche di razzismo diffuso e tensioni etniche legate a questa sacca di disagio che stagionalmente si riempie in un territorio già di per sé in grave difficoltà sociale ed economica. Ne seguono ricorrenti episodi di aggressione avvenuti sempre più numerosi fino all’esplodere della rivolta nel gennaio 2010, in seguito al ferimento di due braccianti africani. Alla rivolta sono seguiti linciaggi ad opera della popolazione locale, con il significativo intervento
della criminalità organizzata locale, fino al configurarsi di una situazione di ordine pubblico insostenibile cui lo stato italiano ha risposto deportando fuori dal territorio tutte le persone di
origine africana e disperdendole nel resto del territorio nazionale.
Partendo dalla consapevolezza che la tragedia della rivolta, i linciaggi e le deportazioni del 2010 sono solo sintomo episodico di un meccanismo perverso che strozza la piccola agricoltura e
condanna i braccianti immigrati alla condizione servile, in uno stato d’abbandono, ghettizzazione e degrado, fenomeno che va molto al di là di Rosarno e riguarda, fatte le dovute specifiche, tutta
l’agricoltura euro-mediterranea, ci si è posti la sfida di dimostrare ch’è possibile un percorso alternativo che parta dal dialogo, la collaborazione e l’alleanza tra il piccolo contadinato e i
braccianti, nel segno della sostenibilità e della convivialità multietnica.
Attraverso la collaborazione con i GAS di tutt’Italia, SOS Rosarno ha potuto dare una base economica a quest’idea, sempre più solida, partendo da un principio semplice: la garanzia che tutti i lavoratori, immigrati o italiani, siano regolarmente assunti, regolarmente
retribuiti ed in condizioni dignitose, e che tutti i prodotti siano biologici.
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5/6/7 OTTOBRE
https://www.facebook.com/events/317248448827238/
Centro Sociale La Resistenza & Comunità Emmaus Ferrara
presentano tre giorni di installazioni, esposizioni fotografiche, musica, sapori, teatro e presentazioni letterarie per ridimensionare i confini a ciò che realmente sono: una linea immaginaria che separa persone che vivono nello stesso mondo.
Giorni ed orari delle iniziative:
Tutti i giorni (5-6-7 ottobre) dalle 10 alle 20 visite aperte alle installazioni ed esposizioni fotografiche:
– FREE IUVENTA Dai migranti salvati nel mediterraneo al sequestro della nave dell’ong tedesca Jugend Rettet. Installazione a cura di Selene Ena.
– MUOVERSI DIVERSAMENTE OLTRE LE FRONTIERE
a cura della Comunità Emmaus Ferrara
Venerdì 5 ottobre
ore 18: INAUGURAZIONE
ore 20: CENA SOCIALE
ore 21: Teatro – Area Ricerche Teatrali Indipendenti presenta due monologhi nati da una ricerca sul mondo arabo:
“Nulla può fermare la caduta di queste lacrime”
“Di un altro amore io ora ti amerò…”
ore 22: Concerto – MARINAI Banda senza barriere
ore 23: Concerto – TAULANT United Artists for Freedom of Movement
Sabato 6 ottobre
ore 16: Libro – SENZA CONFINI Etnhografic novel
Incontro con gli autori Andrea Staid e Francesca Cogni
ore 18: Documentario – I’M NOTHING L’Europa nel fango di Idomeni di Dante Prato e Laura Danzi
Domenica 7 ottobre
ore 15: Dibattito – CASA DON ANDREA GALLO
Forme alternative di accoglienza e in spazi autogestiti con gli attivisti di Casa Madiba Network
Ingresso libero
Luogo dell’iniziativa: Centro Sociale “La Resistenza”
Via della Resistenza, 34, Ferrara.
Riferimenti:
Centro Sociale La Resistenza: laresistenzaeventi@gmail.com
Comunità Emmaus Ferrara: ferrara@emmaus.it
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Viviamo in un mondo dominato dall’apartheid dove 1/5 della sua popolazione si può muovere liberamente , grosso modo quando e dove vuole, mentre il restante 4/5 non lo può fare
Siamo testimoni di tre situazioni al limite della follia:
1) l’unico modo che uno straniero ha per essere legale in Italia è di chiedere l’asilo politico.
Naturalmente chi è ricco nel suo paese non ha interesse a lasciarlo e può tranquillamente richiedere il visto turistico, con la quasi certezza di ottenerlo, per entrare nell’Unione Europea , in Nord America , Giappone e Australia.
Ma il visto turistico viene negato alla maggior parte delle persone che lo richiedono. La negazione del visto turistico è lo strumento principale che i paesi cosiddetti” ricchi” hanno per evitare di applicare la Convenzione di Ginevra, evitando che potenziali richiedenti asilo arrivino a mettere piede sul territorio dove possono aspirare a presentare domanda di asilo politico.
Asilo che comunque viene concesso abitualmente a chi è vittima di esplicita minaccia, non a chiunque viva una situazione di discriminazione. Chi viene dalla maggior parte dei paesi del Sud del mondo non avrebbe comunque speranze di vedere accolta la propria domanda.
Nel frattempo però lo Stato deve adeguarsi per rispondere a tutte le richieste di asilo che riceve, costituire commissioni adeguate, con tempi di attesa che oggi superano i due anni.
2) Ci hanno fatto un lavaggio di cervello tanto accurato da convincerci che lo Stato è corrotto, inefficiente e sprecone, per cui, tra le altre funzioni, non può essere in grado di gestire le situazioni dei richiedenti asilo. Così ci affidiamo a privati. Ma i privati devono fare il guadagno, a parte quelle realtà che sono mosse da motivi umanitari, ideologici o religiosi, e che non hanno un interesse economico diretto. Ecco allora che si instaura un meccanismo perverso per cui, a un certo punto, quando si è creata una struttura e una logistica ad hoc, c’è bisogno del migrante. E’ come se si privatizzassero le carceri: i posti letto sarebbero trattati alla stessa stregua di un letto di albergo, che va riempito il più possibile.
3) Visto che per le vie ordinarie la maggior parte della popolazione del mondo non si può spostare, si affida a dei privati, cosiddetti “contrabbandieri”, che vengono incontro alla richiesta di chi si vuole spostare. Non tutti sono trafficanti che vogliono sfruttare a fini lavorativi, sessuali, di vendita di organi gli aspiranti migranti; ci sono reti di “commercianti” che vendono i servizi più disparati a chi si vuole muovere
Bene , nel 1948, dopo una guerra spaventosa, donne e uomini saggi, nel tentativo di evitare all’umanità un’ulteriore ecatombe come quella che avevano appena vissuto, hanno cercato di tracciare un vademecum, conosciuto come “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”.
L’articolo 13 ci mette in guardia circa i pericoli di cui oggi siamo testimoni.